L'AFFRESCO
DI VIA GARIBALDI
RAFFIGURANTE
IL QUADRO
DELLA
MADONNA DEL BUON CONSIGLIO
di
Giovanni
De Vincentis
L'affresco
posto sulla facciata dell'edificio sito in via Garibaldi al n°129,
è una testimonianza della devozione della città al
quadro prodigioso che è
doveroso riportare ali ' attenzione del lettore quale
completamento della nostra trattazione.
L'edificio
sul quale è posto l'affresco è di sicura antichità,
basti per questo fare riferimento alla planimetria del Catasto
Gregoriano per rendersi conto della sua esistenza già
all'epoca della stesura di questo strumento erariale; inoltre è
utile ricordare che la medioevale Strada della Valle (odierna via
Garibaldi) prosegue, all'interno del nuovo tratto della cinta
muraria cittadina (circa sec.XIV), il percorso della antica strada
consolare Via Latina inerpicandosi sul colle, è quindi del
tutto logico riportare "in esistere" l'edificio in
questione già all'epoca del secolo XIV e la lettura dei
tratti urbanistici circostanti (vicoli ad L; via principale
rettilinea a ripresa di una curvilinea alto medievale; vicoli
passanti sotto volte di edifici), ne è la conferma.
La
Strada della Valle costituisce l'asse principale dell'omonima
contrada che topograficamente si situa a partire dalla chiesa
francescana della SS. Annunziata per finire sulla Piazza della
Valle (p.zza Garibaldi). Già nel XVII secolo (c.a 1620), la
via Latina nei pressi delle mura cittadine viene rimessa a nuovo,
e con essa altre strade del centro abitato, tra le quali la piazza
e la strada della Valle, questo diede buon motivo ai proprietari
delle case che affacciano sulle strade e al comune, di rinnovare
gli edifici secondo lo stile corrente; ma è soprattutto nel
'700 che la contrada della Valle si risveglia ad un fervore
edificatorio che ci ha regalato alcuni dei più bei palazzi
barocchi della città, come quelli peraltro catalogati dalla
soprintendenza (il palazzo Chirico e quello al n° 2 di via
Garibaldi). E' in quest'ultimo periodo che potremo collocare il
rifacimento del palazzo dell' affresco nelle forme che vagamente
si leggono ancora oggi.
L'edificio
è situato all' imbocco di via Garibaldi dalla piazza
omonima e presenta una facciata povera di elementi stilistici e
brutalmente restaurata di recente; sono comunque presenti sul
prospetto alcune caratterizzazioni importanti dello stile
settecentesco quali:
-
il vano scala, illuminato da finestre di piano, presenta quella al
piano nobile fornita di un bel balconcino a mensola in pietra
locale modellato con ricche modanature e di disegno tipico
dell'inizio del XVIII secolo;
-
la ringhiera in ferro battuto dovrebbe essere originale in quanto
perfettamente adattata alla mensola in pietra del balconcino. Essa
reca anche il monogramma "GM" (probabile attribuzione di
proprietà alla famiglia patrizia Guglielmi, che in questa
zona aveva alcune proprietà?);
-
un ornamento in forma di rosetta stilizzata di lavorazione
barocca, forse residuo di un fregio che marcava l'ultimo piano
della casa.
L'affresco
è alloggiato in una nicchia rettangolare lunettata e
incassata per quattro centimetri nell'intonaco della facciata, non
presenta cornice ed è stato restaurato ad arte di recente
nei colori della pittura e nel sottostrato di intonaco, che nella
parte inferiore, è mancante per una piccola porzione. Il
dipinto, tecnicamente notevole e storicamente molto rilevante,
necessitava del restauro che ha perfettamente ottenuto l'obiettivo
di conservare e ripristinare il più possibile il colore di
questa memoria storica cittadina.
Il
soggetto dell'affresco rappresenta i due santi protettori di
Frosinone, Ormisda e Silverio papi, in venerazione di una immagine
della Madonna con Bambino, raffigurata all'interno di una cornice
quadrata circondata ai lati da quattro testine di cherubini, due
per lato.
Per
l'interpretazione del soggetto si può fare riferimento al
prodigio del quadro della Madonna del
Buon Consiglio ora conservato nella chiesa di S. Benedetto, in
quanto la posizione di Maria e del Bambino riproducono quella
dell'immagine miracolosa; inoltre la presenza della cornice
dipinta attorno alla figura starebbe ad indicare che l' immagine
adorata dai due santi patroni (che simboleggiano quindi la Città
di Frosinone), è un quadro.
A maggior sostegno di questa
ipotesi, è facilmente notabile che lo stile del dipinto è
riconducibile al periodo che vide lo svolgersi dell'evento
prodigioso (fine XVIII secolo).
Il
motivo della presenza dell' affresco su questa facciata è
ignoto; possiamo però giungere alla seguente deduzione,
analizzando i fatti certi descritti nei documenti Vaticani
relativi all'indagine sul miracolo della Madonna del B. Consiglio,
per i quali il prodigio si verificò in una delle "case
Guglielmi"; se potessimo considerare valida l'ipotesi di
attribuzione del monogramma del balcone dell'edificio, e lo stesso
edificio, a questa famiglia, potremo pensare che l'affresco fu ivi
apposto a ricordo dell'evento prodigioso che forse, proprio in
questa casa avvenne.
Arch. Giovanni De Vincentis
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