Il signore con il sigaro in questa foto del 1924 era Zenobio Sbardella, colui che “creò” il famoso Bar Sbardella, la prima gelateria aperta a Frosinone, situata dove oggi è il bar “Antico Caffè” su via Garibaldi, quello che affaccia su piazza Paleario (non la vecchia sede del bar Sbardella che molti ricordano e che era proprio sulla piazza, di fianco la banca). Era un musicista anche lui, nella Romagnoli di Frosinone e, con lui i figli Eroclide (trombettista e funzionario RAI) e Leonida (flicornista professionista). Zenobio era un trombettista e fu Capobanda e braccio destro del maestro Romagnoli per tanti anni, di sicuro dal 1906, sino a quando passò la guida ad Aristodemo Vona intorno al 1930. La banda e Zenobio erano molto legati e mai mancò, anche dopo aver abbandonato “la Musica”, di partecipare alle riunioni, concerti e pranzi di Santa Cecilia. Ernesto Barletta, il papà di Mauro Barletta, in una delle nostre meravigliose e belle chiacchierate sulla storia della banda mi raccontò una cosa su Zenobio che mi toccò particolarmente: Zenobio morì di pianto, un mese esatto dopo la morte della moglie amatissima, disperato per quella che fu, per lui, una perdita incolmabile e inconsolabile persino dall’affetto dei figli e degli amici. Da quel giorno, quando la banda suona per via Garibaldi, ogni capobanda della Romagnoli fa segno ai musicanti di staccare una volta arrivati a piazza Sant’Ormisda, per riattaccare la musica di fronte il vecchio bar di Zenobio in suo onore: così è sempre stato a partire da Vona, poi con “Bettozzo”, sino ad oggi e così sarà, speriamo, in futuro.
Personaggi: Zenobio Sbardella
Il signore con il sigaro in questa foto del 1924 era Zenobio Sbardella, colui che “creò” il famoso Bar Sbardella, la prima gelateria aperta a Frosinone, situata dove oggi è il bar “Antico Caffè” su via Garibaldi, quello che affaccia su piazza Paleario (non la vecchia sede del bar Sbardella che molti ricordano e che era proprio sulla piazza, di fianco la banca). Era un musicista anche lui, nella Romagnoli di Frosinone e, con lui i figli Eroclide (trombettista e funzionario RAI) e Leonida (flicornista professionista). Zenobio era un trombettista e fu Capobanda e braccio destro del maestro Romagnoli per tanti anni, di sicuro dal 1906, sino a quando passò la guida ad Aristodemo Vona intorno al 1930. La banda e Zenobio erano molto legati e mai mancò, anche dopo aver abbandonato “la Musica”, di partecipare alle riunioni, concerti e pranzi di Santa Cecilia. Ernesto Barletta, il papà di Mauro Barletta, in una delle nostre meravigliose e belle chiacchierate sulla storia della banda mi raccontò una cosa su Zenobio che mi toccò particolarmente: Zenobio morì di pianto, un mese esatto dopo la morte della moglie amatissima, disperato per quella che fu, per lui, una perdita incolmabile e inconsolabile persino dall’affetto dei figli e degli amici. Da quel giorno, quando la banda suona per via Garibaldi, ogni capobanda della Romagnoli fa segno ai musicanti di staccare una volta arrivati a piazza Sant’Ormisda, per riattaccare la musica di fronte il vecchio bar di Zenobio in suo onore: così è sempre stato a partire da Vona, poi con “Bettozzo”, sino ad oggi e così sarà, speriamo, in futuro.
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